Tra gli strumenti considerati più validi per la valutazione del rischio di carie vi è il Caries Risk Assessment Tool (CRA), elaborato in California dal Dott. John Featherstone, come indicato sul portale DentalAcademy.it. A seguito dei risultati di questa valutazione, i professionisti dentali possono intraprendere in modo proattivo misure preventive personalizzate in base alle esigenze del paziente, per aiutarlo a proteggere i suoi denti. Questo strumento è diventato uno degli standard del settore odontoiatrico ed è probabile che un dentista/igienista lo utilizzi già durante le visite odontoiatriche di controllo.
Che cos'è la valutazione del rischio di carie?
Perché è importante avere uno strumento che valuti il rischio di carie?
Secondo il Ministero della Salute, i livelli di carie sono strettamente correlati agli elevati livelli di zuccheri e carboidrati fermentabili consumati con la dieta.
Ecco perché i metodi più efficaci per evitare di ritrovarsi con i denti cariati iniziano tutti a casa. Come indicato dal Ministero della Salute, prestare attenzione alla propria alimentazione e seguire una buona routine di igiene orale può ridurre l'azione dei microrganismi presenti nel cavo orale e che possono provocare la carie. Il professionista dentale può utilizzare strumenti come il Caries Risk Assessment per monitorare i fattori di rischio del paziente. Potrà quindi formulare raccomandazioni ed elaborare un piano che aiuti il paziente a prevenire la carie prima che si manifesti (invece di trattare le carie esistenti con otturazioni, terapie canalari o persino estrazioni, quando è troppo tardi).
Come funziona la valutazione e gestione del rischio di carie?
La persona che più probabilmente si occuperà della valutazione del rischio di carie sarà l'igienista dentale, in quanto l'obiettivo principale di questo professionista è la prevenzione. Basandosi sul modulo del Caries Risk Assessment, valuterà la quantità di batteri presenti nella bocca, l'alimentazione e le condizioni di bocca e denti del paziente. Questo tipo di modulo presenta tre categorie principali:
- Indicatori di malattia: il professionista individuerà eventuali carie visibili, i restauri degli ultimi anni, eventuali macchie bianche o punti in cui lo smalto è demineralizzato.
- FATTORI DI RISCHIO: il dentista/igienista prenderà nota della conta batterica sistemica del paziente, delle irregolarità nel flusso salivare, delle eventuali radici esposte, dell'eventuale uso di un apparecchio ortodontico, della presenza di solchi profondi nei denti o delle abitudini comportamentali che potrebbero influenzare negativamente i denti (spuntini frequenti, fumo, scarsa igiene orale, ecc.).
- Fattori protettivi: saranno anche annotate le misure proattive intraprese per proteggere i denti, come l'uso di fluoro, xilitolo e altri componenti antibatterici che aiutano a remineralizzare i denti.
Il professionista userà vari strumenti e metodi per valutare questi fattori. Potrà ricorrere ai raggi X o a uno strumento laser che misura la fluorescenza dei denti, testare i livelli di batteri che producono acido presenti nel cavo orale e porre domande sulle abitudini alimentari e sul flusso salivare del paziente.
Usando il Caries Risk Assessment, il dentista/igienista sarà in grado di formulare raccomandazioni adeguate al rischio di carie del singolo paziente. Se necessario, potrà suggerire un protocollo di gestione della malattia, per prevenire la progressione delle lesioni precoci o incipienti (di recente sviluppo).
È bene ricordare che le misure preventive essenziali iniziano con il paziente. Praticare una buona igiene orale, fare attenzione a ciò che si mangia e sottoporsi a regolari visite odontoiatriche è fondamentale per avere denti e gengive sani. Si suppone inoltre che il paziente segua le raccomandazioni del proprio dentista/igienista a seguito della valutazione del rischio di carie. In tal caso, probabilmente si avranno denti bianchi e sani per tutti i propri anni migliori. Ecco qualcosa per cui sorridere.